Il mercato dello storage è stato dominato per lungo tempo dall’offerta degli hard disk drive (HDD) ma negli ultimi anni c’è stata l’avanzata inarrestabile delle nuove tecnologie flash e dei solid state drive (SSD) che hanno contribuito a ridefinire le infrastrutture storage delle aziende. A contribuire inoltre a delineare un nuovo scenario dell’enterprise storage è arrivato anche il cloud che ha semplificato l’accesso e l’utilizzo delle risorse da parte delle aziende.
Quello che però è venuto a tracciarsi come scenario della domanda è un modello ibrido, fatto di scelte differenti, di integrazione di tecnologie tradizionali con soluzioni più innovative e di una naturale “convivenza” tra diversi modelli di erogazione dei sistemi (private e public cloud insieme).
I principi da seguire: buone pratiche per non sbagliare acquisto
Fermo restando che, come sempre, non esistono soluzioni ed interpretazioni univoche, la scelta del proprio modello di enterprise data storage dovrebbe tenere conto di alcuni principi:
1) capire lo use case: disaster recovery, backup, collaboration, storage primario, ecc., sono progetti differenti con approcci infrastrutturali diversificati che potrebbero quindi essere indirizzati e risolti con svariate tecnologie; per il backup potrebbero per esempio risultare più convenienti i servizi in public cloud e non necessariamente su tecnologia flash;
2) comprendere la tipologia di dati: riuscire ad avere una vista chiara sui dati e sul tipo di informazioni che veicolano è fondamentale per stabilire le priorità di investimento e le scelte tecnologiche nell’ambito dello storage; dati sensibili nell’ambito del Finance o della Sanità potrebbero richiedere sistemi ad alta affidabilità con elevati livelli di sicurezza e protezione dei dati che spingerebbero verso infrastrutture di storage interne;
3) districarsi nella disponibilità tecnologica dello storage: oggi i sistemi storage offrono diverse possibilità di scelta e “adattamento” tecnologico, dall’object storage per cloud-architected application fino ai block o file storage a supporto di applicazioni tradizionali; capire le funzionalità e le prestazioni delle diverse tecnologie disponibili è un passo fondamentale per non ritrovarsi “a posteriori” a dover rivedere e riaggiornare i sistemi o fare integrazioni dispendiose;
4) prestare attenzione a disponibilità, sicurezza e protezione dei dati: un modello infrastrutturale di enterprise data storage deve basarsi sui “requirement” interni per capire non solo quale tecnologie storage (e quale modello di erogazione) risulta il più adatto ma anche quello che offre le maggiori garanzia a fronte delle necessità di disponibilità e accesso ai dati, da un lato, e di sicurezza e protezione, dall’altro. Aspetti che assumono particolare rilevanza di fronte a esigenze di compliance normativa;
5) non tralasciare i piani di recovery: quando si prendono in considerazione servizi di cloud storage è di fondamentale importanza assicurarsi che i tempi di recovery previsti dal service provider possano combaciare con le esigenze e gli obiettivi interni dell’azienda per non incappare in downtime che potrebbero risultare dannosi per il business.
Silvana Gornati
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