I data lake ce li siamo lasciati alle spalle.
Il datawarehouse anche.
In un mondo data driven, l’approccio al dato cambia completamente. Sono i dati che guidano il business. I dati sono la commodity di maggior valore di cui un’azienda dispone.
Ma in un momento in cui i dati crescono in modo esponenziale, sia che provengano da fonti che possiamo definire tradizionali, sia che arrivino da fonti più nuove o recenti, come i video, o l’IoT, con i suoi data feed automatici, è necessario poter contare su una una infrastruttura che tenga traccia di tutti in modo sicuro. Servono soluzioni diverse rispetto a quelle con le quali ci siamo confrontati fino ad ora.
Si parla di oceani di dati, che devono poter essere navigati in tutte le direzioni e in tutte le dimensioni.
Lo stesso datawarehousing non basta più.
Con il datawarehouse c’era un concetto passivo di approccio al dato. Ma con l’intelligenza artificiale e il cognitive computing i dati sono attivi e veloci, bisogna fare i conti con due nuove discriminanti, come l’aggregazione e la velocità, indispensabile perché le decisioni possano essere prese in tempo utile.
In altre parole, la corretta gestione del dato diventa elemento di competitività per le imprese, soprattutto in un Paese come il nostro che sta attraversando un momento positivo, dal punto di vista di tutti gli indicatori economici, grazie ai processi di trasformazione in corso.
Ma la trasformazione digitale delle imprese richiede che le strategie di business e le visioni tecnologiche siano coerenti e interconnesse. Per questo c’è bisogno di uno storage moderno, open, in grado di gestire dati multipiattaforma e di garantire una governance unificata.
Bisogna muoversi lungo cinque direttrici chiave: efficienza, sicurezza, controllo, velocità e agilità.
I dati devono essere protetti e devono poter essere utilizzati quando e come servono, sfruttando la potenza e la capacità di sistemi di facile installazione e di facile gestione, caratterizzati da elevati livelli di automatizzazione e in grado di interfacciarsi sia con i tradizionali ambienti virtualizzati, in cloud pubblici privati o ibridi, sia con tecnologie container, Docker in primis.
Serve dunque un approccio nuovo, uno storage nuovo, di facile deployment, dinamico, veloce, sicuro, con automatismi che consentano di comprendere quali sono i dati, per agire correttamente nella definizione dei livelli di sicurezza e di cifratura.
Se lo storage cade, il tuo business cade.
Tutto questo riguarda un numero crescente di imprese.
Il finance , per cominciare, in tutte le sue declinazioni, ma anche l’healthcare, che pure è un settore estremamente regolato per quanto riguarda l’utilizzo e la governance dei dati, la pubblica amministrazione, il retail, sia online sia tradizionale.
Sono tutti settori nei quali la velocità è determinante e nei quali dunque l’all flash rappresenta LArisposta. I nuovi sistemi IBM FlashSystem ad alta densità, accompagnati dal nuovo software Spectrum Virtualize, garantiscono data reduction, hardware compression, bassissima latenza in ambienti sicuri e protetti. Sono offerti in una logica as a service, dunque in modalità pay as you go, così da portare miglioramenti anche in termini di economics, in una logica di Opex.
Silvana Gornati
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